La lettera aperta dalla figlia di Cabezas, 20 anni dopo il delitto

La lettera aperta dalla figlia di Cabezas, 20 anni dopo il delitto

“Nessuno mi può far tornare a mio padre. Mi permetto di ricordare, che perdere un padre per una figlia di 6 anni è una delle più grandi sofferenze della vita. Non dimenticare Cabezas!” Ha scritto Maria Agustina , la figlia del fotoreporter ucciso a Pinamar il 25 gennaio 1997.

La figlia del fotoreporter con suo padre nella foto

Ha condiviso una lettera aperta , condivisa con tutto il mondo ben  20 anni dopo il delitto , in cui ha detto che ” è necessario che nessuno dimentichi” che cosa è accaduto e ha espresso i suoi sentimenti di “impotenza” per lo stato ancora di libertà dei responsabili per il fatto.

Maria Agustina Cabezas, che aveva 6 anni quando suo padre è stato ucciso
 , ha ricordato che il giorno del delitto si trovavano in vacanza nella bellissima località di Pinamar con la madre e due fratelli, John e Candela, il secondo neonato.

“Ti ricordi papà? La mamma ci venne a prendere per tornare subito a mare dopo la scuola. E il giorno dopo la terribile notizia che eri morto. Eri morto, ‘in un incidente stradale”, ha detto nella lettera che è stata pubblicata dalla rivista La Garganta Poderosa .

E’ stato inoltre rilevato che ” questa lettera è necessaria per ricordare” in modo che “nessuno potrà mai dimenticare quello che è successo a te. E anche se io impotente di afffrontare tutto ciò, so che nessuno dei responsabili è imprigionato, voglio che tu sappia che da ora in poi mi sforzerò di fare di tutto per scoprire i colpevoli della tua morte e capire perchè la polizia ha cercato di sotterrare tutte le indagini insieme al tuo corpo”. 

Nel frattempo, ha sottolineato che l’anniversario è “solo un altro giorno come tutti, perché a te penso sempre. Credo che tutti i giorni ti penserò. Ci penserò io al tuo compleanno. Penso a te quando mi sveglio. Stanotte mi ricordo che ho sognato il tuo volto. E anche oggi, di certo accadrà.” 

“In definitiva, nessuno può Mi può far tornare al mio papà ma mi prendo la libertà di ricordare al mondo che non deve dimenticare ciò che ti è successo e che i colpevoli sono ancora in libertà”
 ha aggiunto.

Gabriele

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