Alla scoperta del Crispr-Cas9

Alla scoperta del Crispr-Cas9

Crispr-Cas9 permette il copia e incolla del DNA.

Scoperta del secolo

La teoria della relatività di Einstein, la scoperta della struttura del Dna di Watson e Crick, la leva di Archimede: le grandi scoperte scientifiche della storia dell’uomo sono sempre legate al nome di uno scienziato.

Gli storici avvertono che è sbagliato, che la conoscenza non si sviluppa così, è più simile a tanti falò che ardono tutti insieme, ma è inevitabile, per semplificazione o per ingiustizia: solo un nome è tramandato alla storia, nessuno ricorda i collaboratori, i sodali, i rivali di un grande scienziato.

La più grande scoperta scientifica del secolo, almeno finora, è una tecnica di ingegneria genetica che si chiama Crispr-Cas9 e che consente di tagliare e incollare il Dna di qualsiasi organismo, dai topi di laboratorio agli embrioni umani, con una precisione e una facilità infinitamente superiore a qualunque tecnica mai usata prima.

 La definizione di Wired

La rivista Wired, con un’espressione perfetta, l’ha definita “il motore della Genesi”, perché le capacità di Crispr unite alla sua facilità d’uso possono teoricamente consentire a qualunque dottorando di giocare a fare Dio, tanto che l’anno scorso alcuni scienziati coinvolti nel suo sviluppo hanno chiesto una moratoria all’utilizzo sull’uomo, temendo derive eugenetiche.

Crispr vale miliardi di dollari e fama imperitura per il suo scopritore. Ma il grande scienziato ancora non c’è. Ce ne sono molti, che a colpi di paper, brevetti e avvocati si litigano la paternità, la gloria e i miliardi della scoperta. La faida va avanti da anni tra l’Università di Berkeley, in California, e il Broad Institute di Cambridge, Massachusetts, sostenuto dal Mit e da Harvard.

Sono i più grandi centri di ricerca d’America, forse del mondo, che stanno riproponendo una gran battaglia scientifica e legale come non si vedeva dai tempi della disfida tra Bell e Meucci per l’invenzione del telefono.

Le due scienziate di Berkeley Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna sono state le prime a pubblicare nel 2012 sulla rivista Science un articolo rivoluzionario su Crispr, ma Feng Zhang del Broad Institute è riuscito a far approvare per primo il brevetto della tecnica ed è stato il primo, pare, a dimostrare che Crispr poteva essere usato anche sul genoma umano.

Gabriele

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