Carlo Marx: il ritorno

Carlo Marx: il ritorno

Il grande ritorno su schermo di Carl Marx è un vero boom e sta già spopolando in tutto il web.

Carlo Marx è tornato.

La lotta di classe è più viva che mai, che l’autore del “Capitale” si è reincarnato nel giubbotto di pelle di Yanis Varoufakis o nella camicia aperta sul petto di Thomas Piketty, che omaggia il filosofo tedesco sia nel titolo sia nella dimensione dei rispettivi tomi.

Jeremy Corbyn, il nuovo leader del Labour che fu di Blair, è uno che per stile e iconografia starebbe bene in un poster di propaganda sovietica (ce l’ha messo l’Economist, nella sua copertina di qualche settimana fa).

In Ucraina, ha scritto lunedì il Guardian, nell’oriente controllato dai filorussi tornano i manifesti di Stalin. C’è chi dice con qualche ragione che anche Papa Francesco è comunista, e dalla sua terra, l’Argentina, la dottrina marxista arriva in una versione pop e molto appetibile, sotto forma di serie tv via web, che è stata trasmessa per la prima volta su YouTube l’anno scorso ma ha iniziato a girare per qualche festival cinematografico quest’anno.

Marx è tornato

La serie tv si chiama “Marx ha vuelto” (“Marx è tornato”, ovviamente), ed è liberamente ispirata al “Manifesto del Partito comunista”. E nonostante i presupposti apparentemente insostenibili, “Marx ha vuelto” è una perfetta serie web, con regia vivace, recitazione accettabile, buona musica, scrittura concisa e un montaggio ritmato: tutto quello che serve per attirare il pubblico digitale (che a giudicare dal contatore di visualizzazioni è arrivato a centinaia di migliaia, non male per una serie di video su Carlo Marx).

 

La serie ha due protagonisti. Il primo è un ragazzo non più giovane che vive con la mamma e fa l’operaio, e che insieme ad altri ragazzi non più giovani riscopre Marx lottando per i suoi diritti contro il padrone neoliberista della fabbrica (che in quanto tale vuole tagliare i loro benefit e magari licenziarli). 

 

Gabriele

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