Patto con Renzi rispettato da parte di Gentiloni

Patto con Renzi rispettato da parte di Gentiloni

Ha detto che l’avrebbe rispettato e l’ha fatto. Renzi e Gentiloni sono di parola.

Gentiloni ha rispettato il patto con Renzi, Orlando ora è furioso. E’ il premier a chiudere la campagna elettorale del candidato alla segreteria: un asse con effetti sul dopo primarie.

L’appuntamento è al Church Palace Hotel sull’Aurelia, meglio conosciuto come Domus Mariae, ora rinnovato in stile moderno e denominazione kitsch.

E’ qui che, agli sgoccioli della campagna elettorale per le primarie, cioè alla fine proprio, Paolo Gentiloni suggella il suo patto con Matteo Renzi: un asse ormai davvero noto, mai messo in discussione e ora pronto a scatenare effetti estesi sulla seconda ‘vita’ dell’esecutivo. Quella post-primarie, al via da lunedì.

E’ quanto basta per appiccare il fuoco sotto il voto dei gazebo. Andrea Orlando è furioso e non è una citazione di Ariosto: siamo seri. Il ministro ed anche candidato alla guida del Pd non è proprio d’accordo alla scelta di Gentiloni di esporsi in prima persona.

Tocca al premier infatti chiudere la campagna elettorale di Matteo.

“Sono un po’ emozionato poichè sono 4-5 mesi che non partecipo ad una riunione politica”, esordisce Gentiloni accanto a Roberto Giachetti, il deputato radical-renziano che ha organizzato egli stesso in persona l’iniziativa al Church palace. Dice ad Huffpost il deputato del Pd Andrea Martella, impegnato nella campagna elettorale per il Guardasigilli:

“Il rush finale per Renzi lo sta facendo bene il governo invece del suo comitato. Spiace constatare inveceche anche Gentiloni non si sia potuto sottrarre”.

Ma la bufera che sta montando da giorni nel Pd non cambia i piani dei renziani. Gentiloni conferma l’appuntamento con Giachetti. Certo, lui sottolinea un importante punto e che il suo dovere è “rassicurare il paese” e che “grazie a Emiliano, Orlando e Renzi siamo siamo riusciti a fare un’operazione politicamente non banale ma necessaria per il paese:

consentire al governo di dispiegare la sua azione e consentire al Pd di svolgere la sua discussione congressuale in piena e totale libertà”. Pensieri condivisi da tutta la sinistra europea, c’è molto lavoro da fare…”

Gabriele

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